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Pokémon GO, addio alle mappe online

I servizi che permettevano di scovare i Pokémon nelle vicinanze su Pokémon GO hanno smesso di funzionare con l’ultimo aggiornamento dell’app.

Il successo di Pokémon GO aveva ispirato alcuni utenti a creare servizi come Pokévision che, grazie a Google Maps e la geo localizzazione mostravano il punto in cui potevamo trovare alcuni Pokémon, il tempo di comparsa e il tipo senza bisogno di spostarsi fisicamente su quei luoghi. Un’opzione vantaggiosa che però non è presente nel gioco.

Pokémon GO

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Durante l’ultima settimana John Hanke di Niantic aveva avvertito gli utenti dei suddetti siti del fatto che le suddette pagine avrebbero potuto smettere di funzionare in futuro. Quel momento è giunto con un aggiornamento che, tra le tante novità, ha disattivato su Pokémon GO questi servizi.

Pokévision ha smesso di funzionare

Con il nuovo aggiornamento, Pokévision ha smesso di funzionare. L’account ufficiale ha informato gli utenti del problema ed è molto attiva in queste ore rispondendo ai fan. Per il momento, il noto servizio per Pokémon GO non può garantire di ritornare a funzionare in futuro.

Kotaku si è messa in contatto con il proprietario del sito, Yangcheng Liu, che si è mostrato cauto sugli argomenti da trattare riguardo questa situazione. Il noto sito di notizie gli ha chiesto se si tratta di una penalizzazione causata dall’alto volume di traffico, ma il proprietario nega, e afferma che “forse” il servizio tornerà attivo in futuro.

Liu ha anche pubblicato un messaggio su Twitter dove mostra il suo malcontento e afferma che Pokévision ha avuto un ruolo nel successo di Pokémon GO: “Non inventi Marco Polo (un gioco infantile), ottieni 80 milioni di giocatori, e poi elimini la parte Polo e speri che continuino a giocare”.

Anche altri servizi come Poke Hound, che previo pagamento mostravano le localizzazioni dei Pokémon, hanno smesso di funzionare.

Per il momento, Niantic non ha commentato questa decisione in modo ufficiale e le uniche alternative che funzionano sono piattaforme come Poke Radar, che si basano sui messaggi degli utenti anziché sulle API di Niantic.

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