Abbiamo imparato a nostre spese che cercare su Internet ciò che ci affligge qui o là è una pessima idea. In un modo o nell’altro, il risultato è quasi sempre quello di essere a un passo dal piegare il tovagliolo, il che rende l’autodiagnosi con Google una pratica scorretta che, per i giovani costantemente connessi come la Generazione Z, potrebbe diventare un problema. Fortunatamente per loro, e per la sorpresa di altre generazioni che vedono la Gen Z come un gruppo eccessivamente ossessionato da internet e poco propenso a mettere in discussione ciò che trova in rete, uno studio ha evidenziato come, in realtà, una grande maggioranza di giovani faccia un uso esemplare di internet quando si tratta di consultare i sintomi e ottenere una diagnosi.La Generazione Z va oltre la ricerca di sintomi onlineSecondo il rapporto della Fondazione Made of Millions, solo il 5% degli intervistati afferma di essersi fatto un’autodiagnosi cercando su Google o chiedendo a ChatGPT e di esserci rimasto. Con solo l’8% che riconosce di averlo fatto, ma non ha ancora fatto il passo successivo, la grande novità sta nel restante 87%. Più di tre quarti della maggior parte dei partecipanti al test della Generazione Z afferma che l’autodiagnosi su Internet è servita solo a esplorare le informazioni sui propri sintomi o a trovare possibili diagnosi leggendo le esperienze altrui, rendendo indispensabile la visita di uno specialista per certificare cosa c’è di veramente sbagliato in loro. Attraverso le testimonianze e le informazioni cliniche condivise online, cercare di saperne di più su ciò che sta accadendo li aiuta a sentirsi meno isolati dal problema e, a sua volta, rende anche più facile per loro arrivare all’appuntamento con i professionisti con dati concreti che li aiutino a comunicare meglio ciò che sta accadendo loro. Contro il timore che la Generazione Z diventi un flagello dell’ipocondria digitale, lo studio dimostra che sono molto consapevoli di quanto ciò che trovano su Internet non sia la verità assoluta.Immagine: Signatur su MidjourneyIn 3DJuegos | Un giovane della Generazione Z ha trovato un trucco su LinkedIn per essere uno dei primi a candidarsi per un lavoro. Quadruplica le possibilità di ottenere un lavoro In 3DJuegos | Ci sono 289 milioni di giovani della Generazione Z che sono licenziati o senza lavoro, e la colpa è chiara agli esperti: “es un desperdicio de dinero”