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WOW Classic – Recensione

Operazione nostalgia riuscita per Blizzard con WOW Classic, il classico MMORPG che ha fatto la storia torna in una nuova veste per tutti. Ecco la nostra prova.

15 anni orsono Blizzard aveva stravolto il mercato dei videogiochi con il lancio di World of Warcraft, uno dei videogiochi di maggior successo di tutti i tempi e il principale protagonista dell’epoca d’oro degli MMORPG. Da allora, il gioco si è evoluto e ha ricevuto una marea di aggiornamenti di contenuti tramite numerose patch ed espansioni, trasformando l’esperienza di gioco in qualcosa di completamente diverso rispetto al gioco originale.

Proprio per questo motivo, sono tanti i giocatori che rimpiangono gli inizi di questo MMORPG, in cui i raid erano da 40 giocatori, i dungeon potevano durare ore, la guerra tra alleanza ed orda era all’ordine del giorno grazie al sistema di onore e i campi da battaglia come Alterac potevano andare avanti anche per giorni, tra le tante cose che sono andate perse con gli aggiornamenti.

Ben conscia di tutto questo, Blizzard lo scorso 27 agosto ha rilasciato una fedele riproposizione del gioco originale che farà felice tutti i fan di vecchia data.

Torna la guerra

Come dicevamo, questa “nuova” versione rappresenta un ritorno al passato in tutti i sensi, sia a livello di gioco che come grafica e contenuti. L’unica cosa moderna al suo interno è l’infrastruttura di rete, dato che quest’ultima approfitta delle tecnologie all’avanguardia sviluppate dall’azienda negli anni, quindi potete aspettarvi meno lag e server più stabili, buone notizie da questo fronte.

Abbiamo di nuovo un cap level a 60, e possiamo esplorare solo Kalimdor e i Regni dell’Est nello stato precedente al cataclisma causato da Deathwing, quindi l’aspetto delle zone che visiteremo sarà molto diverso da quello moderno, così come lo saranno le missioni che vi troviamo.

Anche le combinazioni di razza e classe saranno quelle che erano presenti all’inizio, quindi dimenticate cose come i Pandaren, Elfi del Sangue o Draenei. Ovviamente, non sarà possibile giocare come cavaliere della notte, monaco o Cacciatore di Demoni, e, seguendo questa linea, gli sciamani saranno nuovamente esclusivi per l’Orda e i Paladini per l’Alleanza.

Sei Fasi

Un dettaglio importante e l’equilibrio tra le classi e oggetti, che si baserà su quello della versione 1.12, anche se i contenuti arriveranno scaglionati in sei diverse fasi che seguiranno l’ordine di lancio originale.

La prima espansione di contenuti, come c’era da aspettarsi, introdurrà i raid di Molten Core e Onyxia, così come il dungeon di Maraudon. Per quanto riguarda il PvP, possiamo combattere contro altri giocatori, anche se senza nessun sistema che regoli e registri i nostri successi, quindi non riceveremo alcun tipo di ricompensa cercando rogne.

La seconda fase aggiungerà Dire Maul (un dungeon diviso in tre diversi settori), e i boss del mondo. La cosa interessante è che a questo punto verrà introdotto il sistema di Onore, con i differenti ranghi e, ovviamente, le morti con disonore.

La terza fase includerà il mitico raid Blackwing Lair, in cui dobbiamo affrontare Nefarian e ricorderemo vecchi incubi provocati da boss come Razorgore. Inoltre verranno aggiunti i mazzi di carte Darkmoon e arriveranno i primi due campi di battaglia: Alterac Valley e Warsong Gulch.

Dopo di che sarà il momento del raid Zul’Gurub, il primo raid con 20 partecipanti, il che ci porta a chiederci se Blizzard omaggerà in qualche modo il famoso bug della piaga del Sangue Corrotto di Hakkar per aiutarci a ricordare il caos che si è scatenato nel gioco anni fa quando questo dungeon vide la luce per la prima volta. Altri contenuti che verranno aggiunti in questa fase saranno i Draghi Verdi e il campo di battaglia Arathi Basin.

Le cose diventeranno realmente interessanti a partire dalla quinta fase, dato che in quella fase si apriranno le porte di Ahn’Qiraj, toccherò collaborare tra giocatori per ottenere il prezioso titolo di Scarab Lord e ottenere la mount esclusiva, due ricompense riservate esclusivamente a chi riuscirà a completare l’evento. Una volta aperte, potremmo avventurarci nelle raid di Ruins of Ahn’Qiraj (20 giocatori) e Temple of Ahn’Quiraj (40 giocatori), incontrando in quest’ultima C’Thun, uno dei boss più tosti di tutto World of Warcraft.

Finalmente, l’ultima fase completerà i contenuti originali del gioco base con l’arrivo dell’0invasione della Piaga, gli obiettivi PvP di Silithus e Eastern Plaguelands e, ovviamente, Naxxramas, uno dei raid più complicati, difficili ed esigenti mai disegnati per questo affascinante mondo (se non avete mai provato la sua versione originale per 40 giocatori, vi possiamo assicurare che c’è un abisso tra questa versione e quella che poi abbiamo visto in Wrath of the Lich King per quanto riguarda la difficoltà).

La Vecchia Scuola

Entrano nella pura giocabilità, torniamo al sistema di combattimento originale, molto più lento e rilassato, con rotazioni più severe, in cui il crowd control è vitale per sopravvivere e in cui la gestione delle risorse ha un’importanza molto maggiore (come ricorderanno bene quelli che giocavano il ruolo di guaritore in un’epoca in cui il mana era un bene scarso e occorreva calcolare ogni cura al millimetro).

Inoltre, le classi hanno tante abilità importanti che avremo bisogno di configurare quasi tutta la nostra tastiera per averle a portata di mano, quindi dominare completamente i nostri personaggi sarà un compito più complesso rispetto ad oggi nella maggior parte dei casi.

La stessa cosa succede con il resto del design del gioco, eliminando in un colpo solo un sacco di meccaniche e sistemi che ad oggi rendono la nostra vita più facile e gradevole, che sia con i misuratori aggro, avvisi di attacchi dei boss, la possibilità di modificare l’aspetto del nostro equipaggiamento e il teletrasporto ai dungeon, ecc.

Si, si torna ai tempi in cui dovevamo cercare compagni di squadra “urlando” in chat, e in cui la strada verso alcuni dungeon era una vera avventura già di suo, dovendo evitare zone piene di élite e nemici potentissimi, per non parlare dei giocatori della fazione rivale.

Allo stesso modo, potete dimenticarvi tutti gli aiuti che il gioco dava per indicare dove sono le missioni, i luoghi in cui dobbiamo andare per risolverle e le icone che indicano quale creature sono utili per la nostra impresa, quindi se volete sapere tutto questo dovrete esplorare, leggere attentamente i testi di ogni quest e, molto probabilmente, avere una pagina web a portata di mano con guide come Wowhead per risparmiare tempo e fatica.

Ovviamente ritorna anche il sistema di talenti originale, con tre alberi per ogni classe piene di ramificazioni e possibilità quando si tratterà di disegnare le nostre build. Attenti però, scegliete bene, dato che qui non esistono doppie specializzazioni ne niente di simile, e ripristinare i nostri punti abilità ci costerà parecchio al livello 60.

Ritorno al Passato

Come vedete, lo sviluppatore ha dedicato grandi sforzi a ricreare il più fedelmente possibile quest’epoca magica per il suo amatissimo MMORPG e, per rendere totale il viaggio al passato, hanno scommesso sul ritorno al comparto grafico che il gioco aveva all’inizio, con distanze di disegno molto minori, modelli originali per i personaggi, texture più povere ecc.

Questa è una decisione presa con coscienza, dato che stando alle parole di Brian Birminghan e Patrick Dawson, due dei nomi di spicco del gioco, per catturare a pieno l’essenza di questa versione e che i giocatori possano sentire di essere 15 anni nel passato. E per riuscirci era necessario ricreare anche il comparto visivo originale. Ovviamente, lo stesso vale anche per la colonna sonora, che recupera le canzoni originali che hanno ambientato le avventure di Azeroth molto tempo fa.

Il potere della nostalgia

Durante la nostra avventura in World of Warcraft Classic, abbiamo sentito di essere tornati indietro nel tempo, il gioco è riuscito a toccare la nostra vena nostalgica fino a limiti insospettabili, ricordandoci e facendoci rivivere un gran numero di indimenticabili momenti vissuti in questo magico mondo ai suoi albori.

Con tutti i suoi pro e i suoi contro, è un gioco totalmente diverso da quello che possiamo trovare oggi in Battle for Azeroth e promette di soddisfare quelli che sentono la mancanza della formula originale, offrendo un complemento geniale alla versione odierna di questo colossale MMORPG. Ci vediamo a Tarren Mill!

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