Scoperta nel 1936 in Iraq, la cosiddetta batteria di Baghdad è uno degli oggetti più controversi del mondo dell’archeologia. Come avrete intuito dal nome, si tratta di una batteria in grado di generare elettricità, ma a differenza delle batterie odierne, questa ha più di 2.100 anni. La storia ci ha sempre detto che dobbiamo l’elettricità alla lotta tra Nikola Tesla, Alexander Graham Bell e Thomas Edison e che a quest’ultimo, per essere riuscito ad accendere una lampadina, dobbiamo l’invenzione. La verità è che la scoperta dell’elettrotecnica risale a molto prima, e il suo studio risale al XVI secolo, quando Girolamo Cardano scrisse per la prima volta dell’elettricità statica.La cosa curiosa della pila di Baghdad è che qui si va molto più indietro nel tempo, alla civiltà che ha formato l’Impero Partico tra il 150 a.C. e il 223 d.C.. Un popolo che arrivò a occupare dalla Turchia all’Iran e al quale, a un certo punto della sua storia, dobbiamo questo vaso unico nel suo genere, capace di funzionare come una batteria elettrica. Come funziona l’elettricità nella batteria di BaghdadLa pila di Baghdad è un vaso di terracotta con all’interno un cilindro di rame e un’asta di ferro. Molti deducono che si tratta in realtà di un semplice oggetto per conservare oggetti di valore o manoscritti, ma se prima o poi avete sentito parlare di elettrolisi, probabilmente avete già iniziato a pensarci.Quando si inserisce una soluzione acida o alcalina, come l’aceto, l’interazione tra gli elementi chimici e i loro componenti metallici dà luogo a una debole corrente elettrica. Una scoperta importante che, fino alla pila di Baghdad, si attribuiva a Luigi Galvani e alla sua scoperta accidentale nel 1780, quando, mentre sezionava una rana, il suo bisturi di metallo toccò il gancio di bronzo a cui l’animale era appeso e i suoi muscoli si contrassero a causa dell’elettricità generata. Secondo i test di replica, si tratta della possibilità di generare tra 1,5 e 2 volt, che potrebbero essere stati utilizzati per tatuaggi, per alleviare il dolore durante gli interventi chirurgici o per la galvanoplastica, la tecnica utilizzata per placcare gli oggetti in oro o argento. Essendo andata persa ogni traccia scritta dell’invenzione dopo l’invasione araba del VII secolo, e in assenza di ulteriori indizi che facciano luce sulla curiosa invenzione e su come si sia riusciti a collegare la presunta batteria a un ulteriore strumento, il mondo dell’archeologia continuerà a discutere per sempre se la batteria di Baghdad sia stata una rivoluzione o un semplice vaso che dà forma a una curiosa coincidenza.Immagine: Mj2 Artisans In 3DGames | La cosa più impressionante del primo pozzo d’acqua dolce costruito dall’uomo è che si trova sotto il mare In 3DGames | Un ragazzo di 13 anni ha costruito il primo pozzo d’acqua dolce al mondo “rayo de la muerte” inventato da Archimede 2.000 anni fa