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Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebration – Recensione

Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebration arriva su PlayStation 4, portando il gioco uscito un anno fa su Xbox One con l’aggiunta dei DLC usciti finora.

Sono passati praticamente 20 anni da quel 25 ottobre del 1996, il giorno in cui è uscito il primo capitolo di una saga che durante questi anni ha avuto tutta una serie di alti e bassi.

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Tre primi capitoli eccelsi, che hanno permesso a Lara di superare le barriere del videogioco. Nonostante questo, Toby Guard, il creatore della serie, aveva in mente un personaggio maschile simile a Indiana Jones. Ovviamente l’idea era stata respinta, e vedendo che i suoi compagni preferivano i personaggi femminili di Virtual Fighter, decise di creare Lara Croft. Anche questo nome non è stata la prima scelta, ed è nato cercando di dare a Lara Cruz (nome originale) un tocco più british.

Tale fu il successo e la rilevanza come fenomeno sociale, che Lara è passata ad essere inclusa nel libro dei Guiness come “L’eroina umana con maggior successo della storia del videogiochi”. Una formula innovativa per l’epoca, con ambienti totalmente tridimensionali dove si mischiava l’azione, esplorazione ed esigenti piattaforme in scenari dalle dimensioni considerevoli rispetto a quelli a cui eravamo abituati nel 1996. Quest’epoca dorata ha permesso a Lara di superare le barriere dei videogiochi per diventare l’icona di una generazione e, probabilmente, il personaggio dei videogiochi con maggior peso e influenza delle ultime due decadi.

Successivamente, la saga è caduta in più di 10 anni di apatia, di letargo, con fino a 7 capitoli diversi e passaggio di mano tra Core Design e Crystal Dynamics. Sono stati tempi movimentati, capitoli dove la formula del successo è stata replicata fino all’esaurimento, sia della formula che di gran parte della comunità. Nel mentre, Lara cercava di ritrovarsi, muovendosi in diverse direzioni, tra elementi stealth, esplorazione, azione ecc. senza troppo successo. Senza trovare la propria strada.

Rise of the Tomb Raider

Fino al 2013. Già alla fine della scorsa generazione, il necessario reboot della saga aveva portato una ventata d’aria fresca sia a noi che alla (ora) giovanissima Lara. Un approccio diverso, con una narrativa più adulta e uno stile simile alla saga Uncharted. Tomb Raider è stato il lancio che più ha venduto della saga. E con tanto merito, offrendo un capitolo che ha ottenuto eccellenti critiche e segnava la nuova strada per i futuri capitoli. I tempi erano cambiati e la super eroina indistruttibile tipica degli anni 90 ha ceduto il passo a una Lara fragile, spaventata e molto più umana, un personaggio con cui tematizzare era molto più semplice.

Rise Of The Tomb Raider: 20 Anniversary

E oggi, dopo un anno di esclusività su Xbox One e Xbox 360, insieme al suo posteriore lancio anche su PC, gli utenti PS4 possono finalmente godersi Rise Of The Tomb Raider, l’ultima avventura dell’archeologa più famosa della storia dei videogiochi.

Un’edizione ribattezzata Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebratione che ancora una volta si è avvalsa della collaborazione di Nixxes per portarlo alla console Sony.

Come deve approcciarsi l’utente PS4 a questa edizione? È vero che parliamo di un gioco con un anno di vita, un anno nell’accelerato spazio tempo dell’industria dei videogiochi si traduce in un’eternità. Ciò nonostante, il gioco parte d auna base che ha abbondantemente superato le aspettative e continua sulla buona strada intrapresa dalla serie con il primo capitolo.

Rise of the Tomb Raider

Anche tenendo conto del passare del tempo, Rise Of The Tomb Raider deve fare i conti anche con un’altra variabile, la comparsa di Uncharted 4 lo scorso mese di maggio. Lo scenario che si trova davanti Square Enix come distributore è molto diverso da quello trovato un anno fa sulle console Microsoft. Nonostante possa vantare oltre 40 milioni di unità vendute sulle altre piattaforme, il che invita all’ottimismo anche con questa nuova versione, il paragone con l’ultimo capitolo di Naughty Dog è sicuramente inevitabile da parte di molti utenti durante le prossime settimane o in vista della campagna natalizia.

La domande è inevitabile. Come influisce l’esistenza di Uncharted 4 su Rise Of The Tomb Raider?

In ogni caso, ben sapendo che la battaglia per il trono dei giochi d’avventura è un combattimento serrato, Square Enix ha deciso di includere in questa edizione per il 20esimo anniversario tutti i contenuti scaricabili e nuovi contenuti. Contenuti che gli utenti Microsoft e PC che avranno acquistato il season pass potranno godersi dopo il lancio sui PS4.

Entriamo nel dettaglio e ripassiamo brevemente cosa offre il gioco originale.

Rise Of The Tomb Raider è ambientato un anno dopo gli avvenimenti del reboot del 2013. Troviamo una Lara molto più matura che, scossa dagli avvenimenti del capitolo precedente, torna a Londra con il fine di continuare le indagini di suo padre. Da qui in avanti la trama avrà tutti gli ingredienti a cui ci hanno abituato i giochi d’avventure. Un obiettivo quasi utopico, un’organizzazione segreta estremamente aggressiva che ha il nostro stesso obiettivo e un’infinità di indizi che ci porteranno a percorrere vari posti inospitali del pianeta.

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Tutto questo con un sistema simile a quello dell’anteriore capitolo. Il passaggio al misto tra esplorazione e azione viene mantenuto come nuovo segno distintivo della serie. In questo nuovo capitolo, visiteremo un buon numero di località in un ambiente che mischia gli aspetti più lineari, come quelli presenti in Uncharted, con elementi open world. Ma non confondiamo questo aspetto con il concetto di sandbox, dato che si tratta di elementi votati al crafting, miglioramenti all’equipaggiamento e personaggio, esplorazione e scoperte di diverse elementi vincolati alla storia.  Elementi per niente invadenti che in pochi casi costringono il giocatore al backtracking e che si integrano perfettamente con la storia.

A livello tecnico, l’unica differenza con la versione Xbox One è che su PlayStation 4 Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebrationgira a 1080p e 30fps stabili. Tecnicamente il gioco appare strepitoso. Gli effetti di luce, sia esterni che interni, sono sublimi e fin dai primi momenti saremo testimoni di scenari superbi. Ciò nonostante, questo aspetto sarebbe perfetto se, come abbiamo detto, Uncharted 4 non avesse alzato l’asticella, mostrano il vero potenziale dell’attuale PS4 e mettendo a nudo le carenze che altrimenti sarebbero passate inosservate. Quasi tutte nel comparto tecnico e la giocabilità, che anche se sono al livello più alto mai raggiunto dalla saga, facendo un paragone sono uno scalino più in basso rispetto all’ultimo capitolo della serie Naughty Dog. Sono elementi infimi, che a meno che tu non abbiamo molto presente Uncharted 4 passeranno praticamente inosservati e permettono comunque di godersi il gioco totalmente.

Tutto questo in attesa dell’arrivo di PlayStation 4 Pro, dove il gioco conterà su tre configurazioni grafiche diverse. Una prima modalità a 4K senza specificare gli fps, una seconda a 1080p e 60fps stabili e una terza a 1080p e 30 fps con effetti visivi migliorati.

Rise of the Tomb Raider

Occorre anche menzionare che la parte d’esplorazione, crafting e migliorie dona al gioco una maggiore profondità. Alterna i momenti d’azione con una profonda esplorazione che dona una maggior longevità al gioco senza cadere nella monotonia. Tutto questo si traduce in un’esperienza completa che accompagna il giocatore durante le 15 o 20 ore che possono raddoppiare nel caso in cui cerchiamo di completare il gioco al 100% tra spedizioni, tombe e tutti i trofei.

Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebrationinclude tutti i DLC e contenuti aggiuntivi che il gioco ha ricevuto quest’anno. “Baba Yaga: Il tempio della Strega” e “Cold Darkness Awakened” e un nuovo livello di difficolta superstite estremo. A tutto questo dobbiamo aggiungere un totale di 7 nuove armi, 12 skin, con diverse migliorie e pack di carte esplorazione. Menzione d’onore per i vestiti speciali di Lara Croft in Tomb Raider III nella propria avventura in Antartide che possiamo utilizzare nel gioco e che è un cenno diretto ai fan della saga. Inoltre, il gioco include 5 carte epr skin aggiuntive con cui possiamo equipaggiarci durante le spedizioni. Tutta un’esperienza poterci godere Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebrationcon una pixellosa Lara di Tomb Raider 2 che aggiunge quel pizzico di nostalgia che genera un vincolo automatico tra i nostri ricordi e il gioco che abbiamo dinnanzi a noi.

Sia Baba Yaga che Cold Darkness Awakened sono DLC apparsi verso la fine di gennaio e marzo rispettivamente. Entrambi hanno aggiunto nuove formile e approcci diversi e innovativi alla formula base del gioco. Come se si trattasse di piccoli campi di prova, sia in Baba Yaga da una prospettiva più paranormale che in Cold Darkness Awakened con una giocabilità molto più votata all’azione diretta, si provano nuovi approcci al genere. Tra i due vengono aggiunte circa 3 ore di contenuti extra al gioco. Sufficienti o no, la cosa certa è che essendo continuisti offrono una parentesi alternativa e diversa alla proposta giocabile del resto del gioco e scuotono il giocatore per portarlo fuori dal copione predefinito e prevedibile dei giochi d’avventura.

Rise of the Tomb Raider

Al margine, troviamo anche il nuovo contenuto relativo alla Tenuta Croft dove saremo testimoni di una nuova parte della storia chiamata “Legami di sangue” e una spedizione chiamata “L’Incubo di Lara”.

In Legami di Sangue ci troviamo davanti a un tema ricorrente nella nostra società, le eredità. Per via della morte del padre di Lara, suo zio pretende la Tenuta Croft come legittimo erede. Lara, per poter giustificare che lei è la legittima erede, dovrà esplorare la tenuta e cercare tra i propri ricordi d’infanzia per dimostrare che suo zio si sbaglia anche se per farlo dovrà cercare tra i segreti più profondi della sua famiglia. Con una durata di circa un’ora, Crystal Dynamics offre un altro capitolo sperimentale per completare il copione di questo Rise Of The Tomb Raider. Per tutti gli amanti della saga e della sua storia sarà una delizia poter giocare un capitolo prettamente votato all’esplorazione più profonda e la narrazione, anche se è totalmente carente d’azione.

L’altra faccia della medaglia è L’Incubo di Lara. Una modalità puramente arcade in cui dobbiamo percorrere ogni angolo della Villa per distruggere i tre teschi della rabbia. Per rendere ancora più appetibile questo Tomb Raider arriva l’unica cosa che mancava. Gli Zombi. Durante la nostra missione dobbiamo affrontare orde di zombi che ci attaccheranno nei corridoi e stanze. Dobbiamo procurarci velocemente un buon arsenale oltre a una via di fuga. Probabilmente questo è il contenuto più dissonante tra tutti, nonostante la sua rigiocabilità, ma siamo davanti a uno scenario perfetto per equipaggiare e combinare ognuna delle carte che questa edizione ci mette a disposizione.

Rise of the Tomb Raider

Abbiamo anche la modalità Resistenza, ma con la possibilità, questa volta, di farlo in compagnia. Senza dubbio, il multiplayer fa guadagnare parecchi punti a questa modalità in cui dobbiamo sopravvivere sia all’ambiente che ai pericoli in agguato. L’approccio, quindi, permette di sopravvivere per più tempo e farlo in un modo più appagante. Troviamo curioso e un po’ sconcertante che entrambi i giocatori usino Lara anche se entrambi vediamo l’altro giocatore come Nadia. Nonostante questo, possiamo trovare facilmente il nostro compagno d’avventura con l’istinto di sopravvivenza.

Infine, Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebrationinclude la modalità per giocare il capitolo Legami di Sangue con PlayStation VR. Un episodio minimalista ma sicuramente una bella aggiunta per gli amanti della VR. Il capitolo in questione è completamente dedicato a una prima immersione con la periferica Sony. È disponibile anche una modalità comfort che permette di visitare Villa Croft in un modo più contemplativo. Passato un po’ di tempo possiamo saltare alla modalità libera che permette totale libertà di movimento nella Villa con la possibilità di tornare in ogni momento alla modalità Comfort. Nient’alto che un esempio delle possibilità che offre la VR, ma molto lontano da quello che può offrirà e che speriamo offrirà.

Rise of the Tomb Raider

Dopo tutto questo e di esserci goduto questa versione di Rise Of The Tomb Raider possiamo passare a diverse conclusioni.

 Includere tutti i DLC, diversi cenni alle prime Lara in forma di skin giocabile, oltre alla modalità VR sono extra che appaiono ovvi dopo l’anno di ritardo rispetto alle altre versioni. Quindi… Siamo di fronte all’edizione giusta per festeggiare i 20 anni? Troviamo temerario da parte di Square Enix chiamalo Edizione 20 Anniversario. Ciò che Tomb Raider ha rappresentato per il mondo dei videogiochi durante questi 20 anni merita una celebrazione migliore, oltre al port di un ottimo capitolo.

Ciò nonostante il gioco, anche con l’anno di ritardo rispetto alla prima versione per Xbox One, è ancora pletorico e migliora considerevolmente rispetto all’anteriore capitolo del 2013.

Il Verdetto

Paragonarlo a Uncharted 4 è inevitabile, ma anche un arma a doppio filo che può convincere più di un giocatore a scegliere un gioco piuttosto che l’altro. Ma incentrandoci sulle loro diversità, lo spettro di possibilità, l’approccio e persino la giocabilità si diversificano in più punti di quanti ne hanno in comune. Per questo, troviamo che l’opzione migliore sia goderseli entrambi senza alcun tipo di dubbio e senza pregiudizi. Perché entrambi sono giochi di qualità superba che hanno e avranno una posizione privilegiata nel catalogo PlayStation 4. Avere un rivale così forte spinge a essere migliori. E, dopo 20 anni, la miglior notizia che possiamo dare è vedere questa saga in questo magnifico stato di forma. Anche se avremmo sempre il dubbio che questo forse non è il modo migliore per festeggiare questi magnifici 20 anni.

 

Rise of the Tomb Raider: 20 Years Celebration

54,99 €
9

Giocabilità

9.0/10

Grafica

9.5/10

Sonoro

9.0/10

Novità

8.5/10

Pro

  • Mantiene il livello del precedente capitolo della serie.
  • Equilibrio tra azione, narrazione ed esplorazione.
  • Tutti i contenuti scaricabili pubblicati fino ad ora.

Contro

  • Manca “qualcosa” di grosso per questi 20 anni.
  • Il contenuto VR, che non tutti possono godersi.
  • Eccessivamente conservatore.
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