HomeNotizieIl gioco della settimana: Ghost Trick e il modo in cui infestiamo...

Il gioco della settimana: Ghost Trick e il modo in cui infestiamo i nostri giochi

Se cliccate su un link ed effettuate un acquisto, potremmo ricevere una piccola commissione. Leggi la nostra politica editoriale.

Entrare nello spirito giusto.

Ciao a tutti! Christian Donlan è assente per il Gioco della Settimana di questa settimana, quindi temo che avrete un triste premio di consolazione: io che mi dilungo sui poltergeist. Perché i poltergeist? Per via di Ghost Trick: Phantom Detective, ovviamente. Il remaster della current gen è stato appena lanciato e il nostro Henry Stockdale ne è rimasto entusiasta, , che nella sua recensione lo ha definito un “mistero brillante” e un’opera di “assurdità comica”, pur notando un leggero imbarazzo nelle versioni PlayStation e Xbox, dovuto alla trasposizione del gioco dal touchscreen al controllo tramite stick analogico.

In Ghost Trick siete un morto che possiede oggetti e riavvolge il tempo per sventare una serie di omicidi. Ogni livello inizia con una chiacchierata con un fantasma recentemente scomparso, per poi tornare indietro nel tempo fino a quattro minuti prima della sua morte, in modo da saltare tra gli oggetti e spingerli a interferire con l’ordine degli eventi. Le vostre imprese di poltergeisting sono di per sé insignificanti – aprire un ombrello, sbattere l’anta di un armadio – ma quando concatenate queste piccole interruzioni, potete riscrivere la storia. Probabilmente c’è una massima di salute mentale da qualche parte.

Leggendo la recensione di Henry, mi è venuto in mente che ogni azione del giocatore in un gioco è un atto spettrale, un intervento dal mondo dell’aldilà. Si comincia con l’interpretare un personaggio – che cos’è, se non una forma di possessione soprannaturale? Si salta dietro gli occhi di un eroe sfortunato e si fa propria la sua storia, che spesso implica atti di cattiveria sull’ambientazione: far esplodere cose a caso, saltare su o raccogliere cose che non ci sono permesse, mettere contro i propri alleati perché la missione sta durando troppo e ci si annoia. I classici scherzi di Scooby Doo. Questo conferisce un aspetto inquietante al concetto di “dissonanza ludonarrativa”, tanto sbandierato – “ossessione ludonarrativa” è più appropriato.

Per saperne di più

RELATED ARTICLES

Commenta!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.