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Black Mirror – Recensione

Abbiamo provato per voi Black Mirror, il remake del punta e clicca uscito su PC nel 2003. Ecco le nostre impressioni!

Quello delle avventure grafiche è un genere che nel mercato del gaming tende sempre a rimanere nascosto, in secondo piano rispetto categorie di molto più ampia portata come fps o i titoli d’azione con componenti role play. Il pubblico, relativamente ristretto, che frequenta questo tipo di giochi dimostra comunque un palato esigente, forse perché legato a capolavori intramontabili come i primi due capitoli della saga Syberia, o le indimenticabili avventure di The Longest Journey.

Black Mirror

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Della serie Black Mirror si contano altri tre episodi, il primo uscito 13 anni fa, più due successivi, Black Mirror 2 del 2009 e Black Mirror 3 del 2011. La versione più recente, in uscita per PC, Xbox One e PlayStation 4 il 28 Novembre consiste in un reboot del primo capitolo, ma del tutto separato quanto a storia e dinamiche. Gli amanti del genere potranno godersi appieno la nuova avventura anche senza aver giocato le uscite precedenti.
Ad ogni modo la trama non si discosterà da quella raccontata nel lontano 2004. Vestiremo i panni di David Gordon, giovane rampollo di una ricca famiglia scozzese, cresciuto in India lontano dalla terra dei suoi avi ma educato come un vero signorotto inglese dei primi anni del 1900.

Black Mirror

In seguito alla morte del padre, suicidatosi in circostanze misteriose per usare un eufemismo, David sarà chiamato a visitare l’antica dimora di famiglia, un vecchio e gigantesco maniero nascosto all’interno delle lugubri higlands scozzesi. Come erede del castello, in attesa del completamento delle varie pratiche successorie, lo sfortunato si troverà a dover trascorrere più di una notte nella misteriosa dimora, e a fare la conoscenza degli amorevoli membri della sua lontana famiglia.

Di regola gli elementi principali all’interno di un gioco sono il comparto grafico e le meccaniche, ma in questo caso la parte del leone è indubbiamente ricoperta dal sistema audio. L’intero complesso di esplorazione, ricerca e indagine ruota intorno all’atmosfera che le musiche di accompagnamento e i rumori della vecchia tenuta e dei suoi abitanti sono in grado di rappresentare, mescolati alle atmosfere tetre e minacciose tipiche dei classici horror gotici alla Walpole e Scott. Purtroppo, nonostante l’impegno che gli sviluppatori della KING Art Games hanno certamente elargito nel tentativo di rendere l’avventura il più immersivo e sconcertante possibile, troppe volte minuscoli errori, leggeri ma subdoli, come piccoli ritardi nell’arrivo di un improvviso e squillante sottofondo musicale, o un’interruzione netta anziché lenta ed accompagnata dei rumori di sottofondo rovinano quello che altrimenti si sarebbe dimostrato un ottimo alone di mistero e inquietudine. Va però dato il giusto merito ai doppiaggi, e alla qualità dello script nei dialoghi, adatti al tempo e al luogo in cui si svolgono. Sfortunatamente vengono affiancati ad animazioni macchinose e poco realistiche, troppo inverosimili per non danneggiare l’atmosfera.

Black Mirror

Le meccaniche si differenziano in parte dal sistema punta e clicca utilizzato nei vecchi capitoli. Principalmente il nostro David sarà chiamato ad esplorare gli anfratti della tenuta alla ricerca di indizi che gli consentiranno di risolvere gli innumerevoli puzzles e trabocchetti sparsi nella magione. Dunque assume più rilievo l’uso delle frecce direzionali, accompagnate all’immancabile scorrimento del puntatore sopra ogni minima superfice con la quale David possa trovarsi in grado d’interagire. Magnifico, o snervante a seconda dei punti di vista, il feeling old school che si prova ogni volta in cui senza volerlo ci si avvicina troppo ad un arco o portone che collega due settori della zona esplorabile, facendo in modo che David abbandoni l’attuale ricerca e si diriga inevitabilmente nella nuova zona, costringendoci ad aspettare i tempi di caricamento.

Black Mirror

Nel complesso le meccaniche somigliano molto ai vecchi Syberia, ci vengono presentati vari settori della mappa collegati ed esplorabili dentro ognuno dei quali scovare il necessario per risolvere un puzzle che ci consentirà di accedere alle aree successive. Puzzles non eccessivamente difficili, certo non pari agli intricati enigmi della serie Myst, ma comunque piacevoli e impegnativi, nulla d’insormontabile ma in ogni caso abbastanza coinvolgenti.  Di buono ha il modo in cui trasmette l’idea di una scena in evoluzione, piuttosto che di un quadro fermo in attesa dell’intervento del protagonista.

Black Mirror

Per quanto riguarda il settore grafico, nell’insieme gli scenari interni sono godibili, grazie ad un minuzioso lavoro di dettaglio, nella cura dei vari particolari che adornano la scena, quadri, mobilio, decorazioni incise sulle mattonelle della sala principale e così via, il tutto arricchito da giochi di luce sobri ed eleganti, ma la scarsa qualità delle textures, pur contribuendo a rendere il titolo abbastanza leggero, è comunque visibile quando si sposta la telecamera su superfici lisce e non adorne, per esempio le mura stuccate della cantina, o le damigiane riposte negli scaffali polverosi.

Black Mirror

Tutto sommato il gioco si presenta come un acquisto interessante per gli amanti del genere, e dell’horror più classico, ma di certo non spicca per originalità, né si dimostra in grado di “spaventare”, o quantomeno dare effettivamente ansia al giocatore.

 

 

Black Mirror

36,89 €
7.6

Grafica

7.0/10

Screenplay e atmosfera

8.0/10

sonoro

7.5/10

Puzzle

8.0/10

Pro

  • Grafica leggera ma godibile.
  • Ottimi dialoghi e doppiaggio.
  • Puzzle coinvolgenti e non eccessivamente difficili.

Contro

  • L'audio presenta diversi difetti.
  • Animazioni impacciate e macchinose.
  • Scarsa originalità.
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