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Il sospetto hacker di Grand Theft Auto 6 è detenuto in un centro di detenzione giovanile

Ammette di aver violato le condizioni di libertà provvisoria, si dichiara non colpevole di abuso di computer.

Il sospetto diciassettenne ritenuto responsabile del recente hacking di Rockstar Games, produttore di Grand Theft Auto, si è dichiarato non colpevole dell’accusa di abuso di computer.

Tuttavia, secondo quanto risulta a GamingPark, il ragazzo si è dichiarato colpevole di aver violato le condizioni di libertà provvisoria.

In una dichiarazione rilasciata a GamingPark questo pomeriggio, la City of London Police’s Cyber Crime Unit ha riconosciuto che l’individuo è comparso in tribunale durante il fine settimana ed è ora detenuto in un centro di detenzione giovanile.

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“Il diciassettenne, che si è presentato il 24 settembre al tribunale giovanile di Highbury Corner, si è dichiarato colpevole di aver violato le condizioni di libertà provvisoria e non colpevole di abuso di computer”, ha dichiarato l’ispettore della City of London Michael O’Sullivan.

“L’adolescente è stato affidato a un centro di detenzione giovanile”.

Si ritiene che il sospetto faccia parte del gruppo di hacker Lapsus$, e che sia dietro la recente fuga di dettagli di Grand Theft Auto 6, tra cui quasi un’ora di filmati di sviluppo in corso d’opera, immagini e opere d’arte.

Rockstar ha commentato solo per confermare di aver subito una “intrusione nella rete” che ha portato a prelevare dai suoi server le informazioni trapelate.

La casa produttrice di GTA ha dichiarato di essere “estremamente delusa”, ma che non ci saranno “effetti a lungo termine” sullo sviluppo. Nessun servizio live, come Grand Theft Auto Online, è stato interrotto.

Per quanto riguarda il sospettato, non è la prima volta che si trova nei guai con la legge. Già a marzo, BBC News aveva parlato dell’individuo, allora appena sedicenne, con il titolo “Adolescente di Oxford accusato di essere un cybercriminale multimilionario”.

L’adolescente è stato uno dei sette arrestati con il sospetto di aver violato altre aziende di alto profilo come Microsoft, prima di vantarsene online.

In un’indagine separata sulla violazione di Uber da parte del gruppo di hacker, diversi membri sono ora indagati dall’FBI.

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