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No, i giochi single player non stanno morendo

Una retrospettiva sui giochi single player usciti e per uscire, a dimostrazione che questo tipo di giochi gode di ottima salute.

Il 2017 è stato un anno positivo per i videogiochi. Abbiamo avuto modo di giocare alcuni dei migliori giochi a mondo aperto mai realizzati. Abbiamo anche avuto modo di mettere le mani su giochi di piattaforme incredibili. Abbiamo esplorato mondi incantevoli, giocato alcuni dei migliori star tutto è esplorato alcune delle migliori storie finora rilasciati. Non stiamo esagerando, il 2017 dimostra chiaramente che i giochi single player godono ancora di ottima salute, e che i videogiocatori non possono per il momento farne a meno.

Fallout 3

Electronic Arts ha fatto scattare tutti gli allarmi chiudendo lo studio di sviluppo Visceral, uno degli ultimi capisaldi di questo tipo di videogiochi rimasti nell’editore nordamericano, ma per fortuna altri studi di sviluppo non meno importanti ci hanno dimostrato con giochi come Assassin’s Creed, Super Mario Odissey, The Evil Within e altri innumerevoli esempi che non tutto è perduto e che ai giocatori piace ancora giocare in solitario, a patto che l’esperienza ne valga la pena.

L’industria dei videogiochi è ormai in crescita da molti anni, e ormai si posiziona come una delle industrie più redditizie che ci siano al mondo. Il clamoroso successo di PlayStation 4, console per cui la maggior parte degli studi di sviluppo first party concentra i propri sforzi delle esperienze per un singolo giocatore, probabilmente a sua volta una dimostrazione di ciò che desiderano i giocatori, nonostante molto spesso questa non sia una decisione più redditizia per le aziende.

Ma siamo onesti, Xbox One sicuramente nasce come consolle maggiormente incentrata sul gioco on-line, proponendo server di gioco milioni, esperienze di gioco first party maggiormente votate alla competitività e alla giocabilità in rete, eppure la console Microsoft insegue, insegue la console Sony fin dal momento del lancio, arrivando persino a distanziarsi in un rapporto uno a due.

Single Player

Perciò di cosa stiamo parlando? Davvero noi giocatori vogliamo semplicemente arricchire le software house e fare semplicemente i loro interessi? Oppure continueremo a supportare le esperienze single player ammettendo che c’è spazio per qualsiasi tipo di giochi, e che probabilmente non è una questione di modalità di gioco ma di esperienza?

Non è certo un mistero che importantissimi studi di sviluppo continuino ad investire milioni di dollari in giochi pensati per un singolo giocatore che in ogni caso spesso decretano un enorme successo di vendite e di conseguenza enormi profitti per gli studi, pur senza dover ricorrere ad espedienti come le micro transazioni o altre amenità decisamente antipatiche ai videogiocatori.

Sì, noi crediamo fermamente che i giocatori cerchino esperienze, esperienze di gioco coinvolgenti che ci permettano di immergerci in mondi di fantasia o in periodi storici da cui noi siamo realmente interessati, perché i videogiochi sono prima di tutto un divertimento, un passatempo che ormai accomuna milioni di persone, ma che non necessariamente vogliamo condividere. A volte vogliamo semplicemente immergerci da soli in un mondo di fantasia che ci permetta di staccare dallo stress e dalla monotonia di alcuni momenti della nostra vita, o anche semplicemente divertirci per il semplice gusto di farlo senza necessariamente doversi confrontare con qualcun altro.

E poi ricordiamocelo, nei giochi per un singolo giocatore non troveremo mai un bambino che continua ad urlare di essere stato a letto con la nostra madre, e questo è decisamente un punto a favore dei giochi single player.

Single Player

Voi che ne pensate, siete amanti dei giochi per un solo giocatore? O preferite i giochi multi player e la competitività che questo tipo di giochi permette? Aspettiamo le vostre opinioni.

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