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The Witcher 3: Wild Hunt – Recensione

The Witcher 3: Wild Hunt riporta lo strigo sui nostri schermi per farci rivivere le avventure che già dai libri hanno appassionato mezzo mondo.

Sono passati 8 anni dal primo The Witcher e ora il titolo conosce la sua terza incarnazione, nonché l’ultima a raccontarci le avventure di Geralt di Rivia nel nuovo capitolo The Witcher 3: Wild Hunt.

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Ricordiamo come nel 2007 questo videogioco si sia fatto notare da molti videogamers per alcune novità che proponeva, seppure era evidente una mancanza di budget atto a realizzarle. Il tempo passò e come nelle più belle storie, la software house CD Projekt RED fece successo, incrementò i propri guadagni e realizzò il proprio titolo tripla A. Per noi è finalmente arrivato il momento di recensirlo.

C’era una volta… soldi, sesso e sangue.

Per chi ha amato i libri, inutile dire come questo titolo sia letteralmente fantastico, finalmente avremo un universo tangibile che ci porterà a esplorare ciò che si era solo immaginato fra le pagine. La storia principale ci mette un po’ ad ingranare in quanto Geralt di Rivia stavolta dovrà ritrovare Cirilla (Ciri), inseguita dalla caccia selvaggia senza che se ne conosca il motivo. Ci spingeremo quindi nelle varie regioni allo scopo di indagare e infine scoprire la sua posizione. Sebbene ciò non sembra molto entusiasmante dopo appena una manciata di ore capiremo quanto in realtà la storia sia il pilastro più solido di questo titolo e non solo per quello che concerne la main story, ma anche, forse soprattutto, per le quest secondarie associate. Alcune saranno direttamente legate con la trama, altre invece no. Ma sapranno letteralmente rapirci e spesso ci metteranno di fronte a delle scelte complesse, il cui esito non sempre sarà scontato. Non sarà raro infatti voler rifare la quest per vedere se c’era un finale più adatto ai nostri gusti. Con The Witcher 3: Wild Hunt, sembra davvero di giocare una storia all’interno di un romanzo dove la trama viene dettata dalle nostre decisioni. Se si potesse fare un confronto si potrebbe dire che siamo lontani dall’high fantasy de Il signore degli anelli e siamo invece più vicini al Trono di Spade (Le cronache del ghiaccio e del fuoco) di George R.R. Martin. Con l’eccezione che qui non dovremo aspettare 15 anni per finire la maledettissima serie!

I mostri che andremo ad incontrare sono molto interessanti, hanno tutti le proprie peculiarità e ciò che li caratterizza sono le storie popolari e descrizioni di contorno proprio come quelle della mitologia nordica, non mancheranno aneddoti e oscure dicerie.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e spesso ci faranno fare qualche sorriso (Dandelion è un mito) segno dell’enorme e gigantesca mole di lavoro dietro questo videogioco. Sviluppare un intreccio così ben fatto non è facile e raramente si è visto qualcosa di simile in un videogame, pertanto siate pronti a lasciarvi trascinare in questo universo.

Occorre sottolinare che non è affatto necessario possedere i primi due titoli della saga per potervi gustare quest’ultimo, in quanto la trama è autoconclusiva, anche se probabilmente ad un certo punto avrete voglia voi stessi di giocare ai precedenti titoli assillati dalla domanda:  “ma cosa mi sono perso?”

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Mors tua vita mea

Analizziamo in dettaglio il gameplay di questo titolo, forse l’aspetto che più di tutti ha spaccato la critica facendo registrare a volte anche commenti furiosi dei fan. Il gioco ovviamente ruota intorno al combattimento, erano stati promessi vari miglioramenti sotto questo aspetto, e il sottoscritto si chiede in cosa, perché ancora non lo ha capito. Non stiamo giocando a un Bloodborne o a un Dark souls, questo gioco è volutamente frenetico nell’azione come vorrebbe lo stesso autore del romanzo Andrzej SapkowskiAbbiamo 4 tasti principali, ovvero attacco veloce, attacco potente, schivata e rotolata, in più potremo usare i segni, ovvero alcune magie che avranno effetti diversi, le bombe, le pozioni e la balestra (quasi del tutto inutile) e fare delle parate. Sicuramente non è nulla di rivoluzionario o sbalorditivo e anzi rispetto al 2 non è cambiato quasi nulla, ma criticare questo sistema come se fosse il male in terra dopo aver giocato a Dragon Age 2 fa veramente ridere. Quindi tranquilli, non sarà certamente un capolavoro ma il combattimento è comunque abbastanza divertente, sebbene solo a livelli di difficoltà più alti. Quest’ultimo aspetto merita menzione, una difficoltà generalmente bassa, dovuta forse anche a un’IA nemica non all’altezza, ma la modalità più difficile è una sfida anche per gli hardcore.

Il ramo delle abilità invece lo trovo molto carino con la possibilità di fare delle “combo” con queste ultime per aumentarne l’efficacia. Ovviamente le sbloccheremo progredendo di livello e assegnando poi i punti a nostra scelta.

Interessante invece la diversa risposta dei nemici ai nostri attacchi magici, ogni nemico avrà delle peculiari debolezze che andranno sfruttate per avere la massima resa. Lineare e semplice il sistema di crafting, potremo infatti farci creare pezzi di equipaggiamento dagli armaioli o fabbri portando loro alcuni schemi, a patto però di avere il giusto numero di oggetti richiesti. Stessa cosa per l’alchimia solo che potremo farci pozioni per conto nostro a patto di avere le giuste ricette; molto bella è la possibilità di creare unguenti da mettere sulla spada per essere più efficaci in battaglia. Nota negativa a mio avviso è la gestione dell’inventario, sebbene sia ben strutturato con la classica griglia nella quale potremo vedere gli oggetti (è il sistema che preferisco) non potremo ordinarli come vorremo e ciò sarà fatto automaticamente, in un modo non ottimale, forse è meglio una divisione per categoria rispetto a quella per rarità dell’oggetto. Ovviamente avremo un peso massimo trasportabile che potrà poi essere ampliato tramite alcune sacche. Divertente anche vedere come la valuta cambi da zona a zona.

La struttura stessa del gioco non è innovativa, avremo le classiche quest visibili sulla mappa principale e altre che potranno essere prese nella bacheca del villaggio e poi una per volta le potremo seguire sul diario.

Purtroppo va fatto notare come le missioni sebbene siano stupende per trama sono invece piatte come modus operandi, ovvero in genere avremo una fase di esplorazione, poi di combattimento e  infine riscossione del denaro. Ci sarebbe voluto qualcosa di più divertente e vario sulla falsariga di GTA V che sotto questo aspetto è decisamente un capolavoro.

Da aggiungere a tutto ciò sarà la possibilità di fare gare a cavallo, scazzottate nei bar (anche se facili le adoro) e giocare a carte nel gioco del Gwent . Un gioco semplice ma non banale e soprattutto un ottimo passatempo , sarà infatti bellissimo collezionarne tutte le carte

Va segnalata la presenza di numerosi bug all’uscita di The Witcher 3: Wild Hunt, ma CD projekt RED (a differenza di alcuni competitor) si è data da fare e in 2 settimane li ha risolti quasi tutti, quindi complimenti CD!Witcher-3-screen-five

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è… The Witcher!

Sebbene il titolo abbia ricevuto un downgrade enorme rispetto a quanto visto qualche anno fa , rimane comunque il miglior open world in circolazione dal punto di vista grafico. Avremo cicli giorno/notte realistici , gli alberi si muoveranno nella brezza e almeno il sottoscritto non ha avuto problemi a giocarlo con una GTX 760 al dettaglio massimo mantenendo fps decenti, tranne lo sluttering nei dialoghi e nelle abitazioni, segno di un grosso lavoro di ottimizzazione. La qualità delle texture è alta, i poligoni dei personaggi sono stupendi, confrontabili con quelli di Crysis che ritengo il migliore sotto questo aspetto, gli effetti particellari sono anch’essi interessanti . Molto bella l’illuminazione, ma se non siete ancora soddisfatti non c’è problema, basta scaricare qualche mod e avrete il vostro mondo fotorealistico. Fa storcere il naso l’antialiasing di cui la software house va tanto fiera, onestamente sembra una grossa falla nella perfezione visiva del titolo. Avremo inoltre varie voci per customizzare al meglio il dettaglio a seconda del nostro hardware, purtroppo però tutto questo lo faremo versando qualche lacrimuccia pensando al titolo mostrato 2 anni fa e a quanto fosse superiore al prodotto finale.

Per quanto riguarda il sonoro siamo su ottimi livelli, qualche canzone è stupenda (la donna nella locanda) ma forse per cercare di essere troppo verosimili si è rimasti poco ispirati e sotto questo aspetto perde probabilmente il confronto con Dragon Age che aveva una colonna sonora magnifica.2559222-the_witcher_3_wild_hunt_the_world_of_the_witcher_3_just_begs_to_be_explored

Il tempo va e passano le ore…

Il mondo è veramente gigantesco, la quantità di roba da fare è scandalosa, avremo centinaia di quest di varie ore di durata e nessun level cap, quindi possiamo dare una durata complessiva al gioco che si assesta sulle 100 ore, ma dipende tutto da come lo si gioca. I perfezionisti potrebbero metterci anche 200 ore, così come gli speedrunner 25 ore solo per la storyline principale.

CONCLUSIONI

Sebbene il pesantissimo downgrade abbia fatto storcere il naso a molti e forse l’hype abbia giocato qualche brutto tiro a chi si aspettava di più sul versante del gameplay credo che si possa dire con cognizione di causa che The Witcher 3: Wild Hunt sia il miglior open world attualmente in circolazione di questo genere. Come detto tutti ci aspettavamo qualcosa di più ma il risultato rimane comunque ottimo e probabilmente con i soldi incassati la software house potrà reinvestire su un titolo ancora migliore, inoltre questo gioco sono sicuro farà storia anche per i rivali, quindi preparatevi, sono sicuro che avremo dei titoli magnifici negli anni a venire!

The Witcher 3: Wild Hunt

PC € 54,80 PlayStation 4 e Xbox One € 64,99
9.5

Trama

10.0/10

Giocabilità

8.5/10

Grafica

10.0/10

Sonoro

9.0/10

Longevità

10.0/10
Stefano Casantini
Stefano Casantini
Divoratore di ogni tipo di videogioco sin dall'infanzia, crede la sua vita sia un GDR , amante della tecnica , ha svenimenti improvvisi davanti alle ultime novità grafiche
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