Benvenuti al paradiso populista! Ecco a voi, Tropico 6!
Quando ci si trova ad abbordare il sesto capitolo di una serie, i paragoni sono assolutamente inevitabili. E nel caso di Tropico a confermarlo sono stati gli stessi sviluppatori durante alcuni degli ultimi diari di sviluppo, affermando di aver lavorato a questo nuovo gioco sul successo del capitolo precedente. Un punto di partenza che non è necessariamente sbagliato, soprattutto se teniamo conto della longevità della serie e la quantità di fan sparsi in tutto il mondo. In ogni caso, è meglio giudicare Tropico 6 per il gioco in sé stesso, cercando di evitare paragoni, anche se a volte sarà inevitabile.
Lo studio incaricato di questo nuovo capitolo è stato Limbic Entertainment, famoso soprattutto per i sui trascorsi nella serie Might & Magic. Un cambiamento di studio che, sebbene ha apportato alcuni cambiamenti alla giocabilità, non riesce ad essere del tutto una ventata d’aria fresca. In linea di massima, Tropico 6 presenta tutte le caratteristiche della saga. Inizialmente abbiamo l’editor di personaggio con cui configurare il nostro Presidente, ma questo edito appare abbastanza sterile e con poca inventiva, il che non è un grande problema, a dirla tutta, ma che in ogni caso dà una sensazione di semplice tappabuchi che non era affatto necessario.
Una volta entrati in scena, questa volta salta all’occhio che le mappe si incentrino per lo più in piccoli isolotti caraibici anziché di grandi estensioni di territorio. Questo significa un nuovo stile di giocabilità in forma di strategia e ovviamente la disposizione dei diversi tipi di costruzione. Una scelta di design azzeccata, che aiuta la dinamicità delle diverse missioni in cui il gioco è diviso. Il semplice fatto di collegare al meglio le nostre isole ci porterà a fare un grande lavoro di pianificazione dei collegamenti via terra, mare e aria, che inoltre rappresenta un punto di giocabilità molto soddisfacente.
Dato che lo abbiamo accennato, vale la pena di dedicare un po’ di tempo a parlare del modo in cui Tropico 6 ci spinge ad affrontare le diverse missioni. Ovviamente contiamo su un tutorial, in cui diversi personaggi del gioco, ma soprattutto Penultimo, la nostra mano destra, guideranno le nostre mosse per imparare a gestire molte delle opzioni che serviranno ad affrontare le missioni necessarie a superare ogni mappa. In questo senso il tutorial appare un po’ scarso o superficiale, sembrando in alcuni momenti che il gioco dia per scontato che abbiamo giocato a qualche precedente capitolo. Una sensazione un po’ amara, dato che il tutorial non è proprio cortissimo e che nonostante ciò e usciamo con diverse domande che sembrano abbastanza basiche.
Per questo ogni mappa, o missione, si somiglia praticamente del tutto al tutorial. In ogni mappa troviamo un obiettivo globale e allo stesso tempo alcune petizioni o richieste un po’ più brevi da parte di altri personaggi o fazioni. In modo che nel computo globale, più che elaborare la nostra dittatura, per così dire, in fondo subiamo non poche limitazioni per via degli incarichi da completare entro un tempo limite se vogliamo superare la missione con successo. Tutto ciò almeno nella modalità di gioco a missioni, ovviamente, quello in cui sblocchiamo le diverse caratteristiche del gioco.
D’altra parte, l’umorismo e la satira, che accompagnano ogni momento del gioco, si presentano un po’ sottotono. Probabilmente l’aspetto più accomodato della serie, in cui si apprezzano pochi sforzi per non continuare a ripetere le stesse battute e luoghi comuni. Ma i personaggi che ci accompagneranno nelle nostre peripezie si mostrano invece carismatici, e alcune missioni presentano omaggi, più o meno evidenti, al cinema o alla televisione che consideriamo abbastanza divertenti.
Per quanto riguarda la gestione vera e propria, da una parte la varietà e quantità di edifici è incredibile. Con aggiunte come il covo dei pirati, con cui possiamo effettuare raid verso altre potenze mondiali e persino rubare i loro monumenti più emblematici e portarli nel nostro paradiso tropicale. Ma oltre a questo aneddoto, il tira e molla tra le diverse fazioni interne del nostro territorio, che possiamo accontentare o meno in base a se portiamo a termine o meno le loro richieste, è un comparto abbastanza divertente in Tropico 6. Soprattutto per i diversi conflitti che si possono scatenare se ci schieriamo con una o l’altra fazione, come guerriglie che cercheranno di spodestarci. Ma anche le relazioni con altre superpotenze mondiali avranno una grande influenza sul commercio e i diversi avanzamenti tecnologici. Ovviamente ci saranno anche alcuni stratagemmi più “sporchi” per ottenere certe tecnologie.
Un indicatore a cui prestare attenzione è il calendario. Qui il risultato è un po’ altalenante. Da una parte, l’utilizzo della costituzione, coi suoi diversi articoli riguardanti diritti e doveri del nostro territorio determineranno negli anni le nostre decisioni. Per esempio, se appena approvata una costituzione in cui ancora non abbiamo potuto istaurare il matrimonio libero perché ancora non lo abbiamo studiato riceviamo una missione che chiede di approvare il matrimonio libero in un periodo inferiore a quello della costituzione, non saremo in grado di completare quella richiesta nemmeno se lo vogliamo. Questo porta a una componente strategica e una dualità molto interessante. Ma, le diverse epoche in cui si suppone è divisa la partita, come la guerra mondiale, la guerra fredda e l’era moderna, non riesce a convincere, soprattutto nel comparto visivo. Dato che anche se alcuni edifici e tecnologie non saranno disponibili fino a una certa era, generalmente molti degli edifici, trasporti e altre utilità risultano anacronistici.
Detto questo, l’aspetto grafico di Tropico 6 non è per nulla sorprendente, ma fa il proprio dovere. Certe volte ci sembrerà strano che alcune navi passino sotto ai nostri ponti, ma sono aspetti facilmente rimediabili. E per quanto riguarda il sono, la colonna sonora è un po’ scarsa, ma si presta bene all’ambientazione e alla satira del gioco. La traduzione nel gioco è inesistente e dobbiamo giocare con voci e testi in inglese.
Conclusioni
Tropico 6 è un gioco divertente, un po’ superficiale per i più amanti della strategia, ma che presenta abbastanza opzioni e sfide da passarci alcune ore. Un gioco che ha provato a mantenere i punti di forza degli scorsi capitoli della serie apportando qualche novità. Sarebbe ingiusto dire che si tratta di un gioco semplicemente continuista, ma non riesce a convincere pienamente. Assolutamente raccomandato per i fan della serie.
Questa recensione è stata effettuata con un codice PC fornito da Star2Com, ma Tropico 6 sarà disponibile anche in versione fisica per PC chiamata “Tropico 6 – El Prez Edition” distribuita da Halifax. Oltre al gioco completo, Tropico 6 – El Prez Edition includerà: quattro cartoline dedicate alle spiagge di Tropico, due completi da turista, un esclusivo progetto per realizzare “Il Laghetto dei Fenicotteri” nel palazzo presidenziale, la colonna sonora del gioco a base di melodie caraibiche e un calendario digitale che segna i giorni che mancano fino alle prossime elezioni.