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Life is Strange – Recensione

A volte la vita è strana… E lo sanno bene i creatori di Remember Me. Il loro nuovo progetto, Life is Strange, non è meno speciale del primo, ma questa volta hanno davvero fatto centro.

Ci sono molti tipi di videogiochi. Ci sono quelli basati sulla spettacolarità, quelli che puntano al semplice divertimento e poi ci sono quelli che cercano di trasmettere. In quest’ultimo gruppo, forse il più stravagante fra tutti, potremmo collocare Life is Strange, un nuovo videogioco a puntata (anche se adesso disponibile in un cofanetto contente tutti i capitoli) sviluppato da DONTNOD Entertainment, azienda d’origine francese che alcuni ricorderanno per il loro precedente sviluppo, Remember Me.

Life is Strange

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La nuova proposta dello studio parigino si distacca completamente da ciò che hanno proposto in quell’occasione, ma non perde mai il suo DNA, principalmente per quanto riguarda la costruzione di un microcosmo unico, molto suggestivo, nuovamente con una protagonista femminile. Tutto il resto non ha niente a che vedere, scommettendo su una trama che rappresenta l’epicentro dell’esperienza, personaggi con cui è facile identificarsi e un sistema di gioco che mischia esplorazione, conversazioni e qualche puzzle.

Life is Strange è stato persino definito come il momento in cui The Walking Dead, Gone Home e Heavy Rain si incontrano, ma ci sembrerebbe ingiusto paragonarlo a qualsiasi altro videogioco, anche trattandosi di titoli di una così alta qualità. Realmente, ci troviamo davanti ad un videogioco unico, lontano dagli errori del passato. Copione potente, poderosa ambientazione e molta importanza alle decisioni che vengono prese in un progetto non molto ambizioso, ma ben eseguito e che lascia buone sensazioni.

Un microcosmo di decisioni

Lo studio francese con a capo Jean Maxim Moris ha centrato l’esperienza giocabile di Life is Strange in una cosa semplice ma allo stesso modo piena di possibilità come il conosciuto “effetto farfalla”, riassunto nel detto che vuole che il battito d’ali di un insetto possa cambiare il mondo. Come giocatori, dovremo affrontare un buon numero di decisioni durante l’avventura. Alcune avranno effetto a breve termine, altre semplicemente non cambieranno nulla. Infine ce ne saranno altre a lungo termine.

Life is Strange
Life is Strange è il tipico dramma adolescenziale. Ma col progredire della storia diventa qualcosa di molto più trascendentale.

Questa è una delle grandi scommesse del gioco, dove il primo capitolo servirà solamente a cominciare ad ambientarci e prepararci a ciò che ci aspetta, ma il grosso delle decisioni arriverà solo successivamente, nei seguenti capitoli. Causa ed effetto portati a un punto che rare volte abbiamo visto in un modo così profondo e ben portato, senza false promesse. La cosa migliore è che funziona, diventando così un’esperienza completamente soddisfacente.

Ma c’è di più. Accompagnando questa presa di decisioni, la nostra protagonista, Maxine Caulfield, ha la curiosa abilità di spostarsi indietro nel tempo. In questo modo, durante alcuni momenti dell’avventura (conversazioni, un evento o un puzzle) potremo tronare indietro, in modo da ottenere il maggior profitto dalla situazione.

Esistono pochi enigmi, e generalmente non sono eccessivamente difficili. Non ci sarebbe dispiaciuto un maggior numero, dato che così l’avventura è molto incentrata sul girare negli scenari e fermarci per interagire con tutto ciò che vediamo. Qualcosa di simile ad una avventura grafica in terza persona, senza azione, combattimenti o sparatorie, ma con l’opportunità di osservare foto, documenti e la grande quantità di elementi che troveremo negli ambienti.

Ci troviamo di fronte ad un’avventura non convenzionale, che innamorerà i giocatori alla ricerca di una storia lenta ma profonda e riflessiva. La tonalità retro nella costa statunitense dell’Oregon forse non intrigherà chiunque, ma se si riesce a vedere oltre il tipico istituto per adolescenti con le proprie paure e problemi si arriva a goderne… E anche molto. Il caso di una giovane scomparsa, il solito bullo leader della squadra di calcio, la cheerleader che ce l’ha con noi e altri stereotipi, come quello della nostra “eroina” confluiscono in una trama che ci ha catturati dal primo momento.

Life is Strange
Il battito d’ali di una piccola farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Su questa filosofia si basa Life is Strange, quindi attento alle decisioni.

Il racconto contiene una grande quantità di cenni, da Twin Peaks a influenze dirette dal cinema indipendente. La musica aiuta a canalizzare il sentimento generale con l’aiuto di gruppi come Syd Matters, con ritmi pausati e malinconici. I capitoli durano circa due ore, il che conta poco, perché in questo caso ciò che conta è l’intensità del racconto, e in questo senso DONTNOD ha realizzato un ottimo lavoro con Life is Strange, spingendoci ogni volta a continuare col capitolo successivo in modo da conoscere per intero la storia di Max.

Life is Strange
Impara dai tuoi errori. In Life is Strange puoi tornare indietro nel tempo, potendo così cambiare alcune delle nostre decisioni.

Non è doppiato in italiano, arriva con voci solo in inglese, ma grazie alla nuova edizione fisica (e al nuovo aggiornamento per la versione digitale) sono arrivati i sottotitoli in italiano. Questo rende Life is Strange finalmente alla portata di tutti, quelli che non conoscono l’inglese o comunque non avevano intenzione di affrontare un gioco così incentrato sulla narrativa in lingua inglese ora non hanno più scusa. Certo, un doppiaggio sarebbe stato eccellente, ma già coi sottotitoli il videogioco è perfettamente giocabile.

Tutto, dalla presentazione ai menu e sequenze cinematiche sono creati con un grande gusto artistico e gode di una grande personalità, nel comparto visivo abbondano le tonalità calde, il sole e, in definitiva, risorse visive che aiutano a fare in modo che il giocatore sia connesso col carattere umano di cui è intriso Life is Strange.

In fin dei conti, queste sono le sensazioni che ci ha regalato Life is Strange, la nuova produzione di DONTNOD. Le decisioni che prendiamo hanno sempre implicazioni a posteriori, e infatti ogni tano il gioco ci farà dubitare… non c’è mai niente di ovvio. Rimarremo sempre con l’incognita del cosa sarebbe successo se avessi realizzato questa o quella scelta. Contrariamente ad altri videogiochi, qui la decisione moralmente più corretta potrebbe dare buoni risultati a breve termine, ma essere catastrofica in futuro. Per questo motivo ”What if…” (Cosa succederebbe se…) doveva essere inizialmente il titolo del videogioco. Ovviamente non era scelto a caso.

L’esperienza è così semplice, ma allo stesso tempo estremamente complessa come lo stesso effetto farfalla. Potremmo stare qui per paragrafi e paragrafi continuando a girare nello stesso punto e non trovare la vera essenza di Life is Strange. Proprio perché la vita è strana, e questo videogioco è realmente personale. Può piacerti, deluderti o semplicemente annoiarti, ma siamo sicuri che non ti lascerà indifferente.

Se vuoi qualcosa di diverso, non cercare oltre. La vita è strana come Life is Strange, uno di quei prodotti che possono piacere o no, ma non lasciano indifferente. Prendi decisioni, sopportane le conseguenze e, in definitiva, sperimenta la storia di un’adolescente in un’avventura molto umana che trova le migliori qualità di DONTNOD Entertainment come casa di sviluppo. Non è Heavy Rain, e nemmeno Gone Home o The Walking Dead… E non ne ha affatto bisogno. È così personale che sarebbe un peccato non dargli un’opportunità.

Life is Strange

PlayStation 4 / Xbox One: 33,75 €, PC 24,99 €
9

Giocabilità

9.0/10

Grafica

9.0/10

Sonoro

9.5/10

Innovazione

8.5/10

Pro

  • Numerose decisioni, con conseguenze a breve e lungo termine.
  • Trama, dialoghi e personaggi molto interessanti. Microcosmo incredibile e molto umano.
  • Cenni in ogni dove che incanteranno i più fissati.
  • Bellezza sia visiva che sonora. Tutti gli elementi si incastrano perfettamente.

Contro

  • Puzzle un po’ scarsi e semplici.
  • Il riavvolgimento poteva essere maggiormente sfruttato.
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